Se ti sei mai occupato della gestione di una piattaforma web, certamente uno dei tuoi obbiettivi fondamentali è stato quello di generare su di essa una considerevole mole di traffico. La prima prerogativa, infatti, per un sito o per un blog che si rispetti, è quella di essere visitato da più persone possibile e affinché ciò accada, è necessario che esso sia visibile da più persone possibile. La via principale che permette ad un utente di giungere su una nostra piattaforma è rappresentata dai motori di ricerca (Google, Yahoo, Bing, ecc.). Essi hanno il compito di recepire le richieste degli utenti (ciò che digitiamo nella barra di ricerca) e di trasformarle in informazioni utili ed adeguate (l’elenco di siti che visualizziamo in risposta della ricerca). Riuscire, quindi, ad ottenere una buona visibilità per il nostro sito web, dipende in gran parte dal modo in cui riusciamo ad ottimizzarlo proprio rispetto alle richieste dei motori di ricerca. In altre parole, la visibilità di un sito dipende da quelle che vengono definite pratiche di Search Engine Optimization (SEO). Si tratta di tutta una serie di operazioni che permettono ad un sito, un blog o semplicemente ad una pagina web, di essere “gradito” ai motori di ricerca, ed essere posizionato tra le prime risposte, nel momento in cui qualcuno si appresta a ricercare informazioni che hanno, in qualche modo, a che fare con quella specifica piattaforma. La domanda da porre a questo punto è: quali sono i fattori che determinano una buona SEO?
Alcuni suggerimenti affidabili ci vengono dati dal noto blogger Brian Dean che ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca molto interessante, riguardante proprio quegli elementi che garantiscono ad una piattaforma web una buona ottimizzazione su Google. Con l’ausilio del suo staff, infatti, Dean ha analizzato ben un milione di risultati ottenuti da ricerche online, con l’obbiettivo di rispondere alla domanda: quali sono i fattori correlati alla presenza di un sito nella prima pagina di google? In altre parole, per quale ragione, nel momento in cui facciamo una ricerca su Google, nella prima pagina dei risultati troviamo proprio quei siti e non altri? Dopo un’attenta analisi Dean è riuscito ad identificare 11 costanti, di cui
1) Il primo fattore valido a determinare una buon piazzamento di un sito sui motori di ricerca è dato dalla qualità dei backlinks. Con questo termine si intendono tutti quei link che pur appartenendo ad un determinato dominio, puntano (rimandano) ad una nostra pagina web. Detto diversamente, ciò che incide maggiormente sul piazzamento di un sito è tutta quella serie di rimandi che il nostro sito riceve da domini esterni. Ad essere determinante, in questo caso, non è tanto la quantità di riferimenti che un sito riceve da piattaforme esterne, ma, piuttosto, la molteplicità dei domini da cui tali riferimenti provengono. Come afferma Dean: “In altre parole, è meglio ottenere 10 links da 10 differenti siti, che 10 links dallo stesso dominio. Ciò si evince dalla nostra analisi. Abbiamo determinato che la diversità dei domini abbia un impatto sostanziale sul ranking”.
2) Il secondo fattore per un buon piazzamento di un sito sui motori di ricerca è dato dall’autorevolezza del sito. In altre parole, maggiore importanza ricoprirà il dominio di un sito all’interno del panorama web, maggiore sarà il suo ranking. Come sottolinea Dean: “il dominio di una pagina è più importante della pagina stessa”.
3) Il terzo fattore riguarda il “topically relevant” ovvero dell'oggetto del testo trattato. Brian Dean e il suo staff hanno notato che concentrarsi si un unico argomento aiuta l'indicizzazione SEO.
4) La lunghezza dei testi ha un valore significativo per i i motori di ricerca. Infatti, il primo risultato nelle ricerche su Google contiene mediamente 1.890 parole. Approfondire un argomento, quindi, può essere davvero utile per il miglioramento SEO.
5) Google stesso ha dichiarato che HTTPS è "must to have" per il posizionamento nei primi risultati di ricerca. Quindi se stai per aprire un nuovo sito, assicurati di progettarlo in HTTPS. Se invece il tuo attuale website non è in HTTPS, ti sconsigliamo di passare all'HTTPS solo per il SEO.
6) Nonostante il buzz intorno al layout, dai dati risulta che l'utilizzo dello schema di markup non è correlato al raggiungimento delle prime posizioni. Sentiti libero di usare dati strutturati sul tuo sito. Ma non aspettarti di avere un grande impatto sulla tua classifica.
7) Un contenuto che contiene un'immagine significativa è più performante rispetto ad uno senza nessuna immagine. Tuttavia, più immagini non determinano un sostanziale miglioramento.
8) Brian Dean e il suo staff sostengono di aver trovato una correlazione fra tag title e posizionamento più sottile di quello che si aspettavano. Questo risultato può riflettere l'ossessione di Google per la ricerca semantica. Includere una parola chiave nel tag title può aiutare ma l'impatto SEO non sembra essere ai livelli di una volta.
9) Anche la velocità ci caricamento del sito è un fattore determinante per i motori di ricerca. Più la piattaforma web sarà veloce più sarà gradita a Google e similari. Un sito con un loading più veloce, quindi, può significativamente aiutare la tua SEO
10) L'anchor text, nonostante i vari aggiornamenti di Google, influenza notevolmente i risultati delle ricerche.
11) Un basso bounce rate è associato ai gradini più alti della classifica e Google potrebbe utilizzare il bounce rate come un segnale di buon contenuto e quindi di buon posizionamento.